Relazione finale dei corsisti del PON C5 “Dallo scavo al museo”
Giunge ormai al termine un lungo viaggio e come di consueto è il momento di tirare le somme. Il ritorno a casa, gli amici, i parenti: tutti validi motivi per gioire, ma non mancherà di certo un velato senso di malinconia. Ancor di più, la nostalgia di quindici ragazzi del liceo "A. Gatto" di Agropoli sarà legata alle esperienze formative pratico-teoriche che li hanno accompagnati nel loro soggiorno nel Friuli Venezia Giulia per venti intensissimi giorni. Tre settimane di archeologia, un viaggio attraverso il tempo, cui antichi ruderi hanno fatto da cornice, un'esperienza sensoriale, questa, che ha permesso di scoprire Aquileia in primis, centro nevralgico di una cultura che vive ancora, seppure in parte occultata dalla Madre Terra che tutto genera. Inizialmente all'oscuro di tale mistero e sprovvisti delle nozioni e dello spirito tenace di un archeologo, noi ragazzi-studenti ci siamo predisposti per apprendere quanto più possibile e per assorbire con la massima attenzione tutto quello che veniva trasmesso con umile talento. Nuove abitudini e stili di vita, ragazzi calati in una realtà del tutto nuova, come ponti di comunicazione tra passato e presente che hanno però preservato l'audacia del futuro. Quell'audacia di un gruppo così compatto che si è calato in un mondo del tutto ignoto quale l'archeologia, come punto di partenza per giungere a diversi punti di arrivo. Grazie alle disponibili dottoresse Gabriella Petrucci e Annalisa Giovannini si è arrivati allo studio delle più disparate e intrinseche branchie di una materia così complessa e ricca di significati nascosti ai più. Sapevamo che l'approccio all'archeologia non sarebbe stato tanto semplice ma una valigia carica di informazioni e nozioni raccolte in questi venti giorni ci ha senza dubbio ripagato dagli sforzi. Sebbene la sveglia suonasse presto al mattino, sebbene fossimo tornati distrutti in hotel, la voglia di apprendere e il sorriso sulle labbra non ci sono mai mancati. Siamo entrati in punta di piedi attraverso una porta che probabilmente non avremmo mai pensato di aprire. A piccoli passi siamo arrivati dove l'apprendimento di un normale studente o la curiosità di un comune turista non può, perchè se sui libri l'apprendimento può risultare passivo e noioso, l'archologia viva presente nello scavo, riserva ben altre sensazioni. Il piccone, la pala e archeologi simpatici e disponibili: una cornice perfetta per dei novellini come noi. Varie sono state le attività che hanno spaziato, fin dai primi giorni, dalle lezioni teoriche nella saletta didattica del museo archeologico di Aquileia alle esperienze pratiche dello scavo ( nei cantieri dell' Università di Udine, Trieste e Padova) e laboratoriali di trattamento dei reperti post scavo (lavaggio, classificazione, siglatuira, inventariazione...). Il tutto è stato supportato dalla verifica dal vero di siti archeologici disseminati nel Friuli Venezia Giulia ( la stessa Aquileia, Trieste, Marano lagunare, Zuglio, Cividale, Romans d' Isonzo). Suggestiva l'esperienza vissuta durante la visita alla Grotta Gigante, vicino Trieste: emozionante la discesa e la salita avvenuta percorrendo ben mille scalini alla temperatura costante di 11°. La presenza di un esperto che, oltre a descrivere le peculiarità geologiche della grotta, ci ha guidati all'esplorazione del territorio carsico, si è dimostrata determinante e avvincente per la visita. Ci è sembrato di compiere un viaggio fino al centro della terra, così come lo scavo nella "Domus delle bestie ferite" ci ha resi veri protagonisti e ci ha fatto immaginare le emozioni che hanno provato i grandi archeologici del passato e le sensazioni che provano gli archeologici moderni nel riportare alla luce le vestigia di un passato ormai lontano. Grande è stato l'entusiasmo suscitato, dopo un faticoso lavoro di scavo utilizzando gli strumenti specifici, dal rinvenimento eccezionale di un tocco di mosaico del I sec. d.C., di una parte del muro absidale del IV secolo d.C e di reperti ossei. L'entusiasmo, però, non è mai venuto meno anche durante le lezioni di archeologia subacquea, archeologia funeraria, di archeozoologia e di fotografia descrittiva di alcuni oggetti presenti nel Museo Archeologico Nazionale di Aquileia. Non è mancato il divertimento quando abbiamo partecipato ad una caccia al tesoro ( spade, corredi funerari, amuleti..) nel Museo di Cividale del Friuli, oppure quando abbiamo individuato autonomamente confronti bibliografici per la corretta classificazione e datazione dei reperti assegnateci, il tutto sempre sottoforma di gioco. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la capacità organizzativa e la sensibilità culturale del nostro dirigente prof. Pasquale Monaco che vivamente ringraziamo. Cala il sipario, ma questa esperienza è destinata a restare per sempre dentro di noi, grazie soprattutto alla collaborazione delle tutores prof. Passannanti Assunta, prof. Roca Rita.
